Alessandro Berteotti

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venerdì 28 dicembre 2012

E tu, lombardo, paga...

Mi sembra di ricordare che negli ultimi 20 anni Busto Arsizio sia stata governata, da sola o con coabitazioni targate Forza Italia o PdL, dalla Lega Nord. Uno degli slogan storici di questa presunta formazione politica è il motto: "E tu, lombardo, paga", con riferimento diretto all'altro motto: "Roma ladrona".
Ormai sul fatto che la Lega abbia imparato molto bene e velocemente i malcostumi altrui è fatto risaputo.
Rubacchiare, fare creste sui rimborsi, estorcere e riscuotere: sono diventati maestri. Eppure qualcuno potrebbe dubitare ancora di tutti questi fatti, generati da una magistratura di sinistra e un po' sinistra, sempre pronta a dare contro a questi poveri cristi rappresentanti del Centrodestra.
Ebbene, facciamo un altro discorso. Facciamo in modo di capire quanto il malgoverno esercitato nelle forme più estreme, possa portare una città sull'orlo di un baratro senza fine.
Vorrei qui ricordare e ribadire un paio di punti di quella che fu l'amministrazione Tosi, monocolore Lega: la ristrutturazione dei Mulini Marzoli e il Museo del Tessile. Al di là delle opere, queste ristrutturazioni fatte in buona parte utilizzando i soldi della riqualificazione dell'Asse del Sempione e costate allora in lire circa 70 miliardi cosa hanno prodotto per la città? Dicamolo chiaramente: nulla.
Acquisti come l'ex caserma della Finanza in via Alberto da Giussano, del Calzaturificio Borri, la ristrutturazione di Villa Manara ... opere costate in tutto almeno altri 15 miliardi di lire di allora. E tutti sappiamo che l'ex Sindaco Tosi la combinò grossa con l'acquisto del Calzaturificio Borri, ci fu la condanna di una commissione d'inchiesta su questo fatto, ma tutto è finito in una bolla di sapone. Sempre grazie alla magistratura di sinistra.
Poi però arriviamo alla ciliegina sulla torta: l'Area delle Nord. Da quindici anni è la promessa dello sviluppo dell'area metropolitana di Busto Arsizio, la Porta Malpensa fantasticata dall'attuale sindaco Farioli. Un Porta un po' fatiscente più che fantastica.
Un'area di degrado, dove anzichè palazzi e hotel da ventisei piani, ci troviamo rottami, topi e macerie. Il livello di superficie del tracciato ferroviario dal 2000 è stato conferito al Comune di Busto Arsizio tramite atto notarile con diritto di superficie per 99 anni. Passeranno tutti senza che si sia fatto niente.
Nel frattempo proprio quel piano che prima almeno era un'area di sfogo per i pendolari che potevano parcheggiare più di 200 auto, ora è stato chiuso e transennato ed io ho la sensazione che non verrà riaperto troppo presto. Perchè? Forse perchè dà fastidio a qualcuno. Forse perchè la Presidente di AGESP abita in zona e i lavori sono stati conferiti dal Comune proprio ad AGESP, che è il proprio braccio operativo.
Da notare che così facendo, il Comune ha tolto da anni al Consiglio Comunale ogni voce su questo capitolo, assegnandolo direttamente alla Giunta e ad AGESP stessa. Onnipotenza.
I pendolari possono continare a mugugnare tranquillamente. Anche noi pendolari ormai siamo rassegnati, come un po' tutti gli italiani: il mugugno è l'ultima frontiera, la fase di lamento estremo a cui si può arrivare. Da quando qualcuno non mette più banchetti davanti alle stazioni per raccogliere firme e fare movimento, da quando non c'è più il rappresentante di questa minoranza trasversale in Consiglio comunale, non ci resta che piangere. E allora piangiamo.
Ma tutta la città dovrebbe piangere su questi errori macroscopici compiuti, sono stati dati poteri davvero straordinari a personaggi di pessima qualità, perfino di dubbia dirittura morale. Un capitale immenso è stato sperperato e doveva servire invece per il rilancio di tutta l'area del Bustese, perchè potesse sfruttare le opportunità di Malpensa (tra l'altro, altro bell'affare targato "Poteri Forti ma Stupidi").
Qualcuno si è arricchito, ma la città è enormemente più povera. Allora serve che qualcuno ricordi certe parole profetiche: "E tu, lombardo, paga"...

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