Alessandro Berteotti

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lunedì 28 marzo 2011

Ferrara occupa lo spazio storico di Biagi

Sono diversi giorni (quasi 80) che non scrivo, eppure qualcuno di voi tutti i giorni ha continuato a guardare se avessi qualcosa da scrivere. Sinceramente mi sono stufato di scrivere cose che rischiavano di essere ripetitive e senza una prospettiva.

Se gli italiani (o semplicemente i miei concittadini) continuano a guardare al futuro senza vedere una prospettiva di crescita e di sviluppo, ma semplicemente ascoltano la propaganda di regime e non si rendono conto che l'Europa e il mondo sono stufi di vedere l'Italia conciata così, vuol dire che qualsiasi cosa dica o scriva potrà avere poco valore.

Almeno pensavo fosse così. Ma nei prossimi giorni io non sarò più consigliere comunale e portò cambiare l'intestazione del mio blog: da consigliere a privato cittadino. Non rinnoverò più tessere, non avrò più marchi di fabbrica. il mio pensiero potrà essere allora davvero libero da una serie di condizionamenti che oggi sento pesare su di me come esponente di una parte politica, che alla fine condiziona ciò che dico.

So che l'effetto non sarà istantaneo, ma non sarò candidato alle prossime elezioni amministrative comunali e quindi fin d'ora posso ritenermi sciolto da qualsiasi condizionamento.

Detto questo, a parte le crisi e le catastrofi mondiali, mi ha colpito il fatto che lo spazio di comunicazione creato e voluto da Enzo Biagi, un approfondimento sui fatti quotidiani, sia ora occuapato da Giuliano Ferrara. Ferrara è sicuramente persona colta e giornalista capace, anche se a mio parere un filo sopravvalutato. Le critiche che ho sentito intorno al suo programma sono più che altro legate al suo compenso: 3.000 euro per pochi minuti (7, per la precisione) di trasmissione. Neanche poi tantissimo, ci sono altri intrattenitori che percepiscono anche molto di più per fare trasmissioni di altro genere.

No, non è il compenso a infastidirmi, quanto il contenuto del programma. Senza il minimo confronto (come fanno nelle loro trasmissioni altri giornalisti ritenuti di sinistra, nel bene e nel male, come Santoro, Floris o lo stesso Fabio Fazio), egli afferma nell'ora di massimo ascolto di RAIUno cose da propaganda. Non ho ritrovato negli argomenti da lui trattati, spunti di vero approfondimento, di riflessione, di rilancio delle tesi, ma solo giustificazioni, accuse, spesso non supportate da alcun dato di fatto.

Questo non è giornalismo. Questo non è nemmeno lontanamente ciò che Enzo Biagi aveva voluto e progettato come spazio televisivo. Il fatto di non aver saputo nemmeno creare qualcosa di diverso nel palinsesto televisivo la dice lunga sulla capacità di Ferrara di creare un'idea televisiva innovativa.

Cosa può fare allora l'ascoltatore? Credo sia giusto quello che afferma Fabio Fazio, quando dice che ci devono essere più voci a parlare, non negare gli spazi. Ferrara sicuramente a qualcuno piace, quindi in quanto utente RAI e pagatore di canone (spero) anche costui ha diritto di avere la sua trasmissione.

Però tutti hanno la possibilità di guardare altrove qualcosa di diverso. Se una trasmissione non piace, con l'offerta televisiva di oggi, si può guardare altro e a pagare, oggi, sono i numeri dell'Auditel. Se Farrara piace, bene; se on piace, la RAI (e non solo il Premier) saprà cosa deve fare. E' la legge del mercato.

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