Alessandro Berteotti

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giovedì 4 marzo 2010

Come le foglie al vento

Non mi sono dimenticato che ho promesso di terminare il mio lungo (in termini di tempo) ragionamento su famiglia-lavoro-fisco, ma un fatto di questi giorni mi ha particolarmente colpito.
Mi riferisco all’esclusione del PdL nel Lazio e del listino Formigoni in Lombardia dalla competizione elettorale. Non voglio entrare nel merito giudiziario, e dal punto di vista politico non godo di una competizione falsata dall’assenza dei simboli e delle persone di un partito che è il maggiore a livello nazionale.
Ma proprio per questo è ancora meno comprensibile l’errore amministrativo, ammissibile solo per listarelle dilettantesche sorte all’ultimo momento per tentare di prendere qualche voto senza né arte né parte.
Come si fa ad amministrare una regione (tra l’altro, Lazio e Lombardia, forse le due regioni più importanti d’Italia) senza conoscere, ma soprattutto senza saper rispettare le normali regole della disciplina elettorale?
Attenzione, Formigoni è al quarto mandato: come ha fatto negli altri tre? Non è che la faida è interna al PdL e ancora una volta ci si appella a malasorte o si fanno riferimenti da parte di Ministri della Repubblica a trame pseudo-eversive con minacce da gruppi armati anni ’70 solo per mascherare la propria incapacità o, come per la vecchia DC, il PdL ora non dovrebbe ragionare sulle sue tante piccole divisioni interne che possono aver portato a questo infausto risultato?
Se lo chiedano soprattutto Formigoni e Polverini…

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