Prendo spunto per la riflessione odierna da una lettera apparsa oggi sul quotidiano "La Prealpina", a firma del signor Claudio Monoli, che ringrazio. La risposta dell'articolista mi lascia insoddisfatto perchè, come molto spesso accade, le civili proteste, l'indignazione del cittadino vengono stemperate in una specie di pacioso "volemose bbene", una dichiarazione di amore nei confronti della nostra città che non sempre possiamo riscontrare.
Oltretutto, mi sembra si perda il senso del richiamo del signor Monoli.
Se l'amministrazione comunale non fa il proprio dovere, non deve essere assolta da un giornalista. Semmai, compito del giornalista, sarà quello di approfondire, indagare ed eventualmente a sua volta indignarsi, dati alla mano. E di dati ce ne sono, eccome.
Partiamo da un'altra notizia di oggi: in centro sfrecciano bolidi su due ruote che nottetempo disturbano la quiete pubblica. Non solo in centro, potrei aggiungere, vista la mia esperienza di qualche giorno fa, quando ho chiamato la forza pubblica perchè all'una di notte non si poteva dormire causa una allegra compagnia di persone che ballava latino-americano per strada con musica "a palla". Chiamati i vigili, un messaggio registrato informava che ci si doveva rivolgere a Carabinieri o Polizia, cosa che ho fatto, ma perchè? Perchè i Vigili Urbani non intervengono in questi casi? Perchè hanno abdicato, dopo che qualche tempo fa si era istituita anche una pattuglia notturna che doveva sorvegliare le vie cittadine, anche in periferia?
Già. Però poi, sempre oggi, si parla di problemi di sicurezza che potranno essere risolti con le ronde, e si invita Maroni alla festa locale della Lega. Mi sia permesso questo ragionamento: se la Polizia Locale, che dipende dal Comune, è sotto organico e non riesce a presidiare le aree urbane, delegando ad altre forze dell'ordine il pattugliamento ed azioni di controllo del territorio, crea di fatto le occasioni per stimolare nella gente la necessità di sentirsi tutelata da queste "ronde".
Le quali, comunque, avrebbero poi qualche problema nell'intervenire, non potendo svolgere attività di controllo sulle persone o, meno ancora, di fermo. Maliziosamente mi viene poi da pensare che forse certe situazioni possano anche essere indotte: creare la necessità per suggerire la soluzione è uno dei modi di operare del marketing.
Il richiamo del signor Monoli, però, è anche e soprattutto culturale: probabilmente lui ha viaggiato ed ha avuto modo di confrontarsi con altre culture, cosa che spesso noi facciamo solo a scopo turistico e non sempre rileviamo l'enorme diversità che esiste con gli altri popoli.
Molti che riteniamo meno civili rispetto a noi, hanno tradizioni millenarie e per tutti il rispetto della persona viene al primo posto, insieme al rispetto dell'ambiente dove la persona vive.
Noi questo non lo sentiamo più come uno stimolo, ma come un limite. Quando una persona chiede che venga rispettato il verde e la natura in genere, viene ritenuto uno dei soliti esaltati naturalisti.
Guardate come sono ridotti i nostri viali che una volta erano rinomati per il verde, prendiamo via Marco Polo: che tristezza! O l'imperscrutabile mistero di viale Borri: piante malate, ma solo a Busto, a Castellanza no.
E le zanzare? Quest'anno, anche per il clima un po' anomalo, sono un delirio, e le loro punture sono anche più dolorose del passato, forse per la maggiore presenza di zanzare tigre. Dell'ambrosia difficile parlare in termini di sola città di Busto Arsizio, ma aggirandoci verso Malpensa la si vede crescere ai bordi della superstrada alta più di un metro ed abbondante nella campagna, senza che nessuno dica nulla. Anche questa è qualità della vita.
Signor Monoli, le chiedo scusa personalmente. Non posso farlo a nome dell'Amministrazione, non ne ho titolo, ma se fossi Sindaco o Assessore glielo chiederei anche in quella veste e provvederei a migliorare il rapporto con i cittadini, anche ascoltando maggiormente le loro parole.
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