Oggi mi ero preparato per un altro tema, ma c'è un'attualità ed un'urgenza che merita una riflessione approfondita. L'altro tema, che reputo anche più importante, lo riprenderò domani.
Oggi parliamo di acquazzoni tropicali e rete fognaria, ovvero cosa è successo ieri a Busto Arsizio e quali siano gli errori che più frequentemente si commettono perchè non c'è una visione chiara delle cose e degli avvenimenti.
Ma andiamo per ordine. Che da qualche anno i temporali non siano più quelli di una volta lo hanno capito tutti. Assomigliano più a tempeste subtropicali, con grandi rovesci che riversano una quantità di acqua dal cielo che nemmeno l'espressione "acqua a catinelle" riesce più a creare come immagine. Questo cambiamento si accompagna al cambiamento climatico planetario in atto e che rischia di compromettere irreparabilmente l'ambiente nel giro di pochi decenni, creando danni enormi e forse anche devastazioni formidabili. Di fatto però, i singoli cittadini non hanno nè gli strumenti nè la possibilità di intervenire efficacemente.
Possiamo, anzi dobbiamo intervenire, invece, su molte lacune di carattere infrastrutturale che ormai caratterizzano quella che potremmo definire la "gestione Acqua", attraverso l'analisi e la definizione di una politica del territorio in materia di ciclo delle acque. Ne accenno, ma non ne tratto, del fatto che anche la rete idrica ha grossi problemi, con perdite enormi di acqua potabile dalla rete di distribuzione e che ci sono problemi anche con la struttura della rete stessa, con ancora diversi chilometri di tubazione in amianto.
Breve inciso politico: a me Franco Girola sta simpatico. Garbato, alla mano, non è certo il tipo di persona che mi sento di aggredire verbalmente accusandolo di essere in malafede. La sua posizione però non è e non può essere quella di chi sembra essere messo lì a fare la figura dell'incapace a vita: ha dichiarato tempo fa di volersi dimettere perchè aveva poco peso nella gestione degli affari dell'Assessorato a lui affidato, da sempre lamenta la grande penuria di risorse economiche destinate al suo bilancio.
Morale: le strade sono piene di buchi, lo stadio non si può sistemare e le fognature sono quelle di due secoli fa. Appunto, due secoli fa le cose le facevano pensando a cosa necessitava allora; perchè oggi non si riesce a fare altrettanto? Perfino i romani riuscivano a compiere più di 2.000 anni fa opere di ingegneria idraulica che ancora oggi funzionano, noi no.
Non ho le conoscenze e le capacità di critica tecnica per poter dire come stiano effettivamente le cose dal punto di vista della struttura fognaria, ma posso senz'altro affermare che, anche a causa delle mutate condizioni meteorologiche ed ambientali, alla progressiva cementificazione di tutta l'area cittadina, alla vetustà della rete fognaria, il sovrapporsi disomogeneo di interventi e della scarsa manutenzione applicata nel corso degli ultimi decenni, gli esiti nefasti di questi ultimi avvenimenti siano la sommatoria di tutti questi fatti.
E qui mi devo rapportare al Sindaco, alla sua Giunta e a tutti i Sindaci e le giunte di questi anni: avete voluto creare la città nuova, ma avete fallito.
Come un chirurgo estetico, avete curato alcuni aspetti esteriori della città, avete investito capitali ingenti senza portare reali benefici, avete modificato il profilo del naso o levato le borse sotto gli occhi della città, come con i Mulini Marzoli, il Museo del Tessile, lo stadio di atletica, la piscina di via Manara, mentre avete trascurato tutte le necessità vere, le infrastrutture (strade, fogne, marciapiedi, verde pubblico, viabilità e tanto altro), che sono i nervi, le arterie e la pelle della città.
Se i cittadini devono prendere in mano scope e catini, devono diventare vigili urbani e pompieri, allora vuol dire che non abbiamo più bisogno di una sovrastruttura pubblica la cui efficienza ed efficacia è stata totalmente azzerata dai fatti.
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