Alessandro Berteotti

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sabato 17 luglio 2010

Intercettatemi, sono pulito. Una settimana dopo

Abbiamo cominciato una settimana fa, con una proposta che veniva più dal cuore che da un ragionamento politico: offrire ai giudici e alle forze dell'ordine di essere intercettati per dimostrare che la trasparenza non è un'utopia, che certi valori sono ancora presenti in questa società, anche se una forza occulta (non troppo, per la vertià) vorrebbe cancellarli come segni di gesso sulla lavagna.
In una settimana 350 persone si sono iscritte a questo gruppo di Facebook, al quale ho dato l'immagine di Roberto Saviano a rappresentare la sintesi di questo impegno e di questa trasparenza. Perchè? Saviano per me interpreta la coscienza civile che si oppone al silenzio, alla violenza, alla paura. Una cimice umana che entra nel tessuto della criminalità per descriverla e sconfiggerla, per fare conoscere ai cittadini in pantofole cosa accada appena fuori dal loro uscio di casa. Una persona che ha perso la sua libertà per donarla a tutti noi.
Proprio in questi ultimissimi giorni anche la prospera Lombardia ha scoperto di avere colonne di malavitosi calabresi dentro questa fetta di territorio, che ritenevamo sacra ed inviolata da tali attacchi. Possibile che però nessuno si sia chiesto come mai si sentivano nelle intercettazioni sui rifiuti della Campania le voci di imprenditori del Nord (in particolare gli accenti erano veneti e milanesi) definire i particolari raccapriccianti per lo sversamento in quella terra di migliaia di tonnellate di rifiuti tossici? Perchè il Nord dovrebbe essere diverso dal Sud?
Durante questa settimana ho avuto modo di vivere una delle esperienze più emozionanti della mia vita. Pur senza conoscere la maggior parte delle persone che si sono iscritte al gruppo, ho avuto da subito una sensazione di familiarità con loro, di consivisione profonda su quello che si stava facendo.
Prendere una decisione che tocca solo noi, senza rimandare ad altri, senza incaricare altri di fare una cosa che noi abbiamo a cuore, può essere provocatorio. Al punto da scatenare prese di posizione ostili proprio da chi non avresti mai creduto. Ho parlato con queste persone di Ministero della Paura, rifacendomi al personaggio di Antonio Albanese, interpretato a Che tempo che fa. Un personaggio talmente fantastico da risultare pefino reale. Non copio lo slogan di una compagnia di assicurazioni, è che il teatro dell'assurdo nel quale viviamo può portare a queste iperboli.
Abbiamo il coraggio di vivere una nuova Resistenza, per la libertà e la verità. Una lotta a tratti assurda, perchè trasversale, senza un fronte dove stare "al di quà o al di là". Un amico che diventa avversario (mai nemico), e un avversario che diventa amico.
Ma cosa pensano i nostri amici che si sono uniti in questa meravigliosa impresa? Riporto solo qualche commento, la versione integrale la lascio a chi fra voi è già su Facebook e vuole vedere tutti i commenti accedendo al gruppo "Intercettatemi, sono pulito".
Romina: intercettateci tutti per favore! forse vi farete un'idea di quanto è bello essere persone oneste e di cosa è fatta la vita quotidiana delle persone comuni!
Gabriella: come premio x aver presentato il gruppo e aver fatto iscrivere i miei amici voglio essere intercettata x prima!
Anna: si potrebbe usare come formula, ma non solo formale,nei giuramenti di tutte le cariche pubbliche... anzi si "dovrebbe"!
Angela: Fatelo... magari vi passo la lista della spesa!
Mariangela: Chi non teme non ha paura di essere intercettato...
Maria Grazia: Chiunque mi può intercettare: non ho problemi. Questa legge sulle intercettazioni e' un attentato alla libertà. Lo dice anche la Costituzione.

Come vedete, chi lascia messaggi sono in massima parte donne, ma ci sono anche maschietti, non dubitate. Di certo però le donne hanno meno problemi a dire ciò che pensano, si dovrebbe meditare anche su questo.

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