Alessandro Berteotti

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giovedì 13 maggio 2010

Tieni duro e non mollare

Dopo qualche settimana di silenzio, torno a scrivere su questo blog. Non sono sparito, solo manca il tempo per mettere per iscritto tante idee e ragionamenti che si affollano in questi ultimi periodi nella mia mente. Non solo di politica, ma soprattutto di lavoro e di ristrutturazione di casa.
Ma proprio ieri sera durante il consiglio comunale, mi è stato chiesto da un paio di persone come mai non scriva più. Questo si associa all'identica richiesta di mia moglie, di Alberto, di un'altra persona ora nota a me, ma che preferisco tenere a voi anonima, che mi disse tempo fa, attraverso i commenti: "Tieni duro e non mollare".
Anche se una mezza dozzina di persone non sono il mondo intero, sono comunque la testimonianza di una sincera attenzione al mio pensiero, che fa ancora più piacere quando ad esprimerlo è un membro di un partito tuo avversario politico. Questo mi ricorda il detto di Voltaire: "Non sono d’accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee".
Sembra una frase biblica, di quelle assolute verità che stroncano ogni velleità, ogni baldanza, ogni superbia; eppure quanto lontana dalla politica nazionale di oggi, fatta di sospetti, di intrighi, di fatti personali e di atteggiamenti al limite della delinquenza, di soprusi e di offese.
L'altra sera il telegiornale trasmetteva il Question Time alla Camera sul ragazzo di Roma incarcerato per aver preso botte dalla Polizia: L'onorevole Vito rispondeva in una sala di Montecitorio praticamente vuota.
Dove sono tutti quegli onorevoli e senatori che paghiamo profumantamente (sono i meglio stipendiati dell'intera Europa e forse del mondo)? Cominciano a lavorare il martedì e finiscono al giovedì, poi parliamo di settimana corta...
Quante leggi producono in questi ultimi periodi? Calderoli è felice di dire che le leggi le abroga, ma forse dovrebbe anche stare un poco attento: in mezzo al dedalo infinito di richiami e rimandi, ormai non esiste nessuna legge che viva di vita propria. Aprire un capitolo che analizzi e semplifichi davvero la legislazione italiana, una delle più ricche di leggi (senz'altro molte sono inutili se non dannose o ad personam) del mondo, non sarebbe male. Altro che rivedere la Costituzione!
Solo dalla lettura di queste righe potrete capire meglio lo stato di perplessità che mi angoscia. Da quando ho dato l'annuncio di non voler più essere candidato alle prossime elezioni, incontro gente che mi chiede di ripensarci. No, non ci ripenso. E non lo faccio nemmeno per alzare il prezzo, come qualche altro malizioso sostiene.
Ho invece da tempo un'aspirazione intensa, che alcuni amici conoscono bene: iniziare una scuola di politica, con annesso laboratorio, aperta a tutti i giovani e meno giovani che vogliono conoscere meglio gli aspetti della politica e pensino magari di iniziare un percorso che li porti a comprendere meglio le interazioni fra politica, media e società. Magari per proporsi in un prossimo futuro come candidati in qualche partito, ma certamente e molto più pragmaticamente, uscire dal tunnel dell'ignoranza sociale e della partecipazione passiva a cui ci ha condannati questo stato di cose.

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