Alessandro Berteotti

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venerdì 14 maggio 2010

Il tradimento nascosto

Forse a qualcuno distratto o comunque poco attento ai fatti della politica locale può essere sfuggito un evento molto particolare che è accaduto durante la seduta del consiglio comunale dello scorso 29 aprile 2010, durante la votazione del Bilancio Consuntivo 2009.
Al voto hanno partecipato 15 consiglieri, il minimo affinchè il voto di una delibera possa essere considerato valido. Su questo ho personalmente qualche dubbio, perchè i consiglieri dovrebbero essere 16 affinchè possa essere considerata maggioranza un'assemblea di 30 consiglieri più il sindaco che di fatto e per legge è il 31.mo consigliere.
Ma, al di là di questo, i 15 consiglieri hanno espresso 14 voti a favore ed un astenuto.
Tra i 15 consiglieri che hanno votato, vi erano anche i 3 consiglieri espressi da Busto Quartieri e Busto Civitas, le due formazioni gemelle nate dall'ingegno dell'ex sindaco Rosa.
La prima considerazione puramente numerica è che senza quei tre voti, al di là del fatto che siano stati a favore, contro o astenuti, l'attuale maggioranza che esprime il sindaco Farioli sarebbe caduta. Quei tre voti hanno permesso di raggiungere il numero legale minimo per ottenere la validità del voto: un bel credito davvero, soprattutto per chi si è appena accreditato, non senza polemiche, a questa maggioranza.
Ma testimonia anche di una debolezza politica della maggioranza, di dissidi interni al PdL e, soprattutto, con la Lega, la vera grande assente alla discussione ed al voto del 29 aprile. Il tentativo di far cadere, o quanto meno di indebolire la figura del sindaco Farioli è evidente, e costituisce un chiaro segnale che al prossimo tavolo politico della maggioranza verrà posta la candidatura di un leghista alla carica di Sindaco a Busto Arsizio per le elezioni del 2011.
La seconda considerazione vuole invece essere più politica: in sede di Bilancio Preventivo, Busto Quartieri e Busto Civitas non avevano votato a favore, e le motivazioni del voto contrario di allora non sono state smentite dall'azione di questa Giunta al punto da giustificare questo netto cambio di posizione.
E' dunque questa una decisione puramente personale, che in massima parte tradisce il voto assegnato a Busto Civitas e Busto Quartieri dal 15% dei cittadini di Busto Arsizio.
Ancora una volta vige la legge del distacco della politica dalla città reale, dalle sue esigenze vere e profonde, assegnando carta bianca virtuale a chi entra a far parte del ristretto numero dei consiglieri, siano essi di maggioranza o di minoranza.
Non vi è controllo da parte dei cittadini, soprattutto in questi movimenti che nascono e si sciolgono nel volgere di qualche mese, in una pura ottica di autoreferenzialità. Lo stesso discorso vale, seppur mitigato da una maggiore continuità di azione, per Audio Porfidio e la sua Voce della Città.
Eppure questi movimenti nella passata tornata elettorale hanno raccolto il 20% del consenso; in altre parole, indirizzando questa potenzialità di voto in modo adeguato, offrendo delle ragioni consistenti e valide all'interno di una organizzazione politica più aperta e trasparente, potrebbero davvero costituire il potenziale per ribaltare l'attuale maggioranza di centrodestra.
Il fatto che alla ultime regionali vi sia stato quasi il 40% di astensione, conferma questo fatto.
Guardando allora alle prossime elezioni amministrative locali, occorre predisporre al più presto una seria coalizione di centrosinistra, aggregativa e moderna, perfino spregiudicata, che non abbia remore ad affrontare temi che finora sono stati solo patrimonio del centrodestra, come la legalità, l'immigrazione, la sicurezza.
La città chiede che tradimenti come quelli testimoniati da Rosa, Fontana e Cislaghi non abbiano più a ripetersi.

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