Adesso faccio fatica a capire. Dopo queste settimane passate in silenzio, a cercare di capire, a cercare di ritrovare il filo del pensiero politico, mi trovo in grande imbarazzo.
Certo, dopo la fine del governucolo Berlusconi, qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Qualsiasi governo di qualsiasi genere sarebbe stato meglio di quello precedente. Ma l'ubriacatura è andata scemando col passare del tempo, fino a toccare il punto più basso con l'odierno aumento di 5 centesimi della benzina per sostenere il ministero del Welfare o, per meglio dire, la protezione civile.
Proprio ieri, parlando di esodati, abbiamo avuto la guerra delle cifre tra la ministra Fornero e il presidente di INPS: ora è evidente che uno dei due mente sapendo di mentire.
Ma tutto questo non ha una base logica, non ha una continuità nemmeno pensando che l'attuale governo si stia crogiolando nel proprio autocompiacimento. Nemmeno quando qualche sottosegretario ha avuto uscite palesemente clownistiche e comunque contrapposte a quelle del ministro corrispondente.
In questa logica, arriviamo a quello che è il cuore del mio ragionamento. In questo momento stiamo tutti osservando il crollo della Lega, ovvero quello dell'unica forza politica che in questo momento, in modo assolutamente strumentale, si contrappone a questo governo. L'obiettivo è stato chiaro fin dall'inizio: smarcarsi dalla maggioranza-purè, allo scopo di riuscire ad ottenere un maggiore riconoscimento da parte dell'elettorato.
Una mossa scaltra, opportunistica, in quanto se la Lega fosse rimasta all'interno del carrozzone che attualmente guida l'Italia, ne sarebbe rimasta vittima. Oltretutto, l'essere tornati ad una comunicazione che la pone sul piano territoriale (non riesco a pensare ad una vera secessione, in quanto la maggioranza dell'Italia del Nord non è leghista), doveva trovare un segno chiaro di discontinuità dalla precedente maggiornaza.
Ma quello che sta accadendo adesso è devastante. Nella Lega si sono concentrate nel tempo tutte le bruttezze, tutte le astrusità, tutte le cattiverie che potevano essere nella politica tradizionale.
Cacciare la Mauro per graziare il figlio del capo è stato uguale a graziare il Capo Bossi. Se davvero si doveva fare pulizia, si doveva cacciare tutti, perchè non è possibile che quello che è successo sia opera di quattro sfigati. Nella Lega come nella Margherita e come in altri partiti, solo che in quelli non si è ancora arrivati.
Il male dei partiti è cronico, radicato, insanabile. E' una frattura con la società, con i bisogni della gente, con la difficoltà della vita quotidiana, per vivere in un mondo diverso, in un mondo distante dalla realtà e dai cittadini.
Ormai la qualità della vita è un sogno, l'istruzione, la salute, la previdenza, il sociale sono solo costi e non bisogni. Siamo all'assurdo per cui si arriva ad affermare che invecchiare è un costo per la società. Ma il cancro che ci sta uccidendo, almeno moralmente, deriva proprio da questa separazione tra il potere assurdo e irrazionale che la classe politica si è ritagliata, ponendosi fuori dalla realtà, e la vita normale di noi umani.
Oggi scopriamo che la lotta all'evasione fiscale deve essere la prima esigenza della nuova società. Oggi anche il Presidente Napolitano lo ha sottolineato; ed allora occorre che questa pulizia, che la Lega ha ancora una volta teatralizzato, con la speranza di esorcizzare il problema, avvenga davvero e per prima in ognuno di noi. E' arrivato il momento di dire "BASTA".
Basta a questo stato di cose, basta ad essere usati, strizzati, violentati da questa politica orribile orco.
Basta essere oggetto e non soggetto, basta essere vittime innocenti assolvendo i nostri aguzzini.
Io sono uscito dalla politica, forse avendo già capito molto tempo fa che questo era un destino ineluttabile e del quale non volevo essere parte.
Mai come in questi giorni trovo le motivazioni che mi hanno portato fuori, lontanto dal campo di battaglia. Perchè era una guerra persa per qualunque parte e di conseguenza, partito.
La Lega è l'immagine della contro-società, è l'emblema di una sconfitta dalla quale non si può più riemergere se non attraverso una completa rigenerazione. E' l'alba dei Maya della politica.
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