Alessandro Berteotti

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giovedì 17 giugno 2010

Un Mondiale da prendere a calci

Ormai siamo in pieno clima dei Mondiali di Calcio, l'evento più atteso dagli italiani, forse più delle stesse Olimpiadi. In qualche modo, siamo la nazione che dopo il Brasile ha vinto di più al mondo in materia di calcio, tanto che non riuscire ad entrare almeno tra le prime quattro semifinaliste già sarebbe un'onta da lavare col sangue.
Per la prima volta nella mia vita, però, mi sto accorgendo di vivere questa esperienza in modo più distaccato, guardando ciò che accade intorno e cercando di riflettere sua alcune situazioni e circostanze. Un fatto è che siamo comunque la nazione con più consocenze tecniche, quella dove potreste trovare un commissario tecnico dentro ogni persona.
Ma cerchiamo una volta tanto di guardare in faccia la realtà e poi parlare e criticare. Partiamo dall'attuale allenatore, Lippi. Non è simpatico, questo è certo, però è l'allenatore uscente con il mondiale sotto braccio. La volta scorsa lo ha vinto con l'aiuto di alcuni episodi favorevoli, questa volta lo potrebbe perdere per le stesse ragioni.
Porta al mondiale il blocco Juve? Perchè l'ha allenata nel ciclo d'oro di Moggi? può darsi. Ma di certo non avrebbe potuto portare il blocco della magnifica Inter. Quanto giocatori italiani ha l'Inter in rosa? Mi risultano solo tre nomi: Materazzi Toldo e Balotelli. Dei tre l'unico convocabile sarebbe stato quest'ultimo, ma chi si fida a convocarlo dopo le prove di spavalderia messe in mostra nell'Inter dei miracoli? Ve lo vedete levarsi la maglia e prenderla a calci davanti alla platea mondiale? E quanti minuti ha giocato quest'anno in campionato e coppa da poter contendere il posto ad altri?
D'altra parte, l'altra sera vedendo entrare in campo il Brasile e sentendo il commentatore leggere la nazionale: Julio Cesar, Lucio, Maicon ... vuoi vedere che gioca l'Inter? ... Felipe Melo ... a no, Dunga gioca col blocco Italia! E allora, sfogliando in libreria elettronica, trovo due libri: uno che elenca quanti giocatori stranieri siano passati nel campionato italiano senza lasciare traccia, se non degli assegni staccati per pagarli anche profumatamente, l'altro "Ogni maledetta domenica", che spiega alcune cose che riguardano i calciatori ed il pubblico, e parla anche di Balotelli, della sua storia e della sua vocazione all'eccesso. Un po' come Cassano e le sue cassanate. Altro elemento validissimo sul campo di gioco, ma meno nel fare gruppo e nel tenere a freno la lingua nelle occasioni in cui a contare non sono i goal, ma gli atteggiamenti. Va bene per San Remo.
Allora, con tutti questi stranieri che ci riempiono i campi e le fantasie di vittoria, ci troviamo che se hai una carta di identità italiana e non hai un cognome esotico, non c'è posto per giocare in squadra. Altro esempio interista, Santon: italiano, nome veneto che si confonde con gli argentini, ma per giocare deve uscire dalla squadra meneghina e sparire in uno splendido anonimato. Peccato. Io come allenatore della nazionale lo avrei portato lo stesso.
Però tanti, troppi come lui sono relegati alla panchina o alla serie B per poter giocare, senza i riflettori puntati e l'attenzione di media e sponsor a spingere la Federazione e il selezionatore a considerare anche quel nome di giocatore tra i papabili. Così le nostre giovani promesse invecchiano in squadre con l'età media di 31 anni e oltre, ma con nomi di grande prestigio e super pagati, con Presidenti di società dalle mani bucate che poi tanto si fanno ripianare i debiti da piani d'intervento urgenti del Governo nazionale, perchè nessua squadra di serie A può fallire.
Salvagenti a questi Presidenti ne sono stati lanciati fin troppi e sono costati anche troppo anche agli italiani che non si interessano di calcio.
Malgrado ciò, l'Italia continua a frequentare gli stadi (e su questi si dovrebbe aprire un'altra discussione, sul come e perchè si debbano gestire questi stadi da parte delle società private). Gli italiani, già. E i padani?
Termino questa riflessione guardando le immagini di quello spettacolo desolante che ci manda YouTube, di quattro leghisti dentro una radio che esultano al gol del Paraguai. Ma si dichiarano italiani DOC. Deficenti O Cretini?
Ad ogni mondiale, che sia il Camerun, il Paraguai o le isole Far Oer, c'è sempre qualcuno che è pronto a rinnegare la propria nazione (già, ma il popolo padano non è italiano, ha perfino la sua nazionale di calcio) per essere fuori dal coro, diverso in qualche modo da quella massa di ignoranti che si definiscono italiani. Allora io mi dichiaro italiano e patriota. E non mi capiti tra le mani una bandiera con un logo padano perchè l'andrei a buttare nel cesso.

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