Il 21.mo secolo si configura come il secolo dell'Energia: tutti gli scenari internazionali confermano che le lotte economiche e le guerre che sono sul nostro pianeta hanno come interesse centrale quello dell'Energia. Petrolio, carbone (combustibili fossili) e nucleare: potere e ricchezza dipendono da questi beni.
L'Italia è un paese che dispone di pochissime energie di questo tipo, ma ha una grande potenzialità nelle energie rinnovabili, la cui potenzialità è immensa: basti pensare che se riuscissimo ad immagazzinare tutta l'energia solare che riceviamo ogni giorno, avremmo più di 20 volte l'energia che servirebbe alla nostra nazione. Dall'altra parte, i consumi nell’anno 2007 erano cinque volte superiori a quelli del 1963!
Occorre quindi lavorare su due fronti: ridurre (o ottimizzare) i consumi, migliorando e potenziando la produttività. E da questo punto di vista ognuno di noi può fare qualcosa.
Parliamo ad esempio di rifiuti: noi gettiamo ogni giorno tanta ricchezza nella pattumiera, ma non ce ne accorgiamo. Una delle cose che possiamo fare è controllare la filiera del rifiuto, da quando viene prodotto il bene di consumo fino al suo smaltimento. Come?
Oltre il 30% del peso dei rifiuti prodotti è infatti composto dai residui della nostra alimentazione (avanzi dei pasti, bucce, gusci ecc.) a cui possono essere associati, come tipologia, i rifiuti vegetali derivanti da giardini e orti, i cosiddetti "sfalci". Un altro 30% dei nostri scarti è costituito dalla carta. Segue la plastica con l'11% circa. Il vetro con oltre il 10%. Il legno e i tessuti con il 5%. Mentre il restante 10% è costituito da materiale che non è possibile recuperare.
Per diminuire drasticamente la quantità di rifiuti che vengono conferiti in discarica è indispensabile incrementare la percentuale di raccolta differenziata, allungando il ciclo di vita di tutti quei materiali che possono essere riutilizzati o riciclati.
Essenziale è seguire il ciclo degli imballaggi: ridurne la quantità senza perdere di qualità, oggi questo è possibile ed i consumatori possono anche indirizzare le industrie spingendo in questo senso con le loro scelte.
La frazione umida potrebbe diventare un combustibile per alimentare delle centrali a gas naturale prodotto dalla fermentazione di questi scarti: una soluzione potrebbe essere quella di realizzare piccole centrali di quartiere, per la produzione anche di acqua calda.
Solo ciò che non può essere differenziato deve essere mandato in discarica o al termovalorizzatore.
Migliorare la filiera del rifiuto permette quindi di ottenere diversi risultati positivi, ma tutto questo richiede il diretto interessamento e la partecipazione attiva di tutti i cittadini. Insieme si può fare molto.
L'Italia è un paese che dispone di pochissime energie di questo tipo, ma ha una grande potenzialità nelle energie rinnovabili, la cui potenzialità è immensa: basti pensare che se riuscissimo ad immagazzinare tutta l'energia solare che riceviamo ogni giorno, avremmo più di 20 volte l'energia che servirebbe alla nostra nazione. Dall'altra parte, i consumi nell’anno 2007 erano cinque volte superiori a quelli del 1963!
Occorre quindi lavorare su due fronti: ridurre (o ottimizzare) i consumi, migliorando e potenziando la produttività. E da questo punto di vista ognuno di noi può fare qualcosa.
Parliamo ad esempio di rifiuti: noi gettiamo ogni giorno tanta ricchezza nella pattumiera, ma non ce ne accorgiamo. Una delle cose che possiamo fare è controllare la filiera del rifiuto, da quando viene prodotto il bene di consumo fino al suo smaltimento. Come?
Oltre il 30% del peso dei rifiuti prodotti è infatti composto dai residui della nostra alimentazione (avanzi dei pasti, bucce, gusci ecc.) a cui possono essere associati, come tipologia, i rifiuti vegetali derivanti da giardini e orti, i cosiddetti "sfalci". Un altro 30% dei nostri scarti è costituito dalla carta. Segue la plastica con l'11% circa. Il vetro con oltre il 10%. Il legno e i tessuti con il 5%. Mentre il restante 10% è costituito da materiale che non è possibile recuperare.
Per diminuire drasticamente la quantità di rifiuti che vengono conferiti in discarica è indispensabile incrementare la percentuale di raccolta differenziata, allungando il ciclo di vita di tutti quei materiali che possono essere riutilizzati o riciclati.
Essenziale è seguire il ciclo degli imballaggi: ridurne la quantità senza perdere di qualità, oggi questo è possibile ed i consumatori possono anche indirizzare le industrie spingendo in questo senso con le loro scelte.
La frazione umida potrebbe diventare un combustibile per alimentare delle centrali a gas naturale prodotto dalla fermentazione di questi scarti: una soluzione potrebbe essere quella di realizzare piccole centrali di quartiere, per la produzione anche di acqua calda.
Solo ciò che non può essere differenziato deve essere mandato in discarica o al termovalorizzatore.
Migliorare la filiera del rifiuto permette quindi di ottenere diversi risultati positivi, ma tutto questo richiede il diretto interessamento e la partecipazione attiva di tutti i cittadini. Insieme si può fare molto.
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